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May, shower and the third bed

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May, shower and the third bed è l’ep d’esordio dei romani Finest Black registrato nel Marzo 2011 e distribuito dall'etichetta italiana Revalve Records. Quintetto decisamente rock con un occhio puntato alla Seattle di metà anni 90 e l’altro all’Hard Rock / Heavy Metal made in usa fine 80.

Cd ottimamente registrato, mix granitico, cover e booklet minimali ma curate e attente agli stilemi di genere.

Band solida capitanata dalla voce di Lorenzo Pagani, rocker puntuale e di mestiere con timbriche da stoner singer, molto evidenti nella terza traccia “lands of nowhere” una ballade che si apre con un bell’arpeggio di acustica che richiama atmosfere a metà tra Dave Matthews Band e Pearl Jam.

Ep poderoso nell’esecuzione, con la sezione ritmica (basso di Dario Iocca e batteria di Fabio Luongo) veramente stretti a sostenere il vocalist, confortati da due massicce e taglienti chitarre (Edoardo Mancini ed Enrico Orlandi) che riecheggiano gli Whitesnake di Here I Go Again e i primi Soundgarden.

Nel primo brano All i ever wanted to say si percepisce un certo solismo alla Slash, (come anche  nella già menzionata  lands of nowhere) ma le citazioni potrebbero essere diverse altre come ad esempio nella terza traccia Finest Black, il riff portante sembra essere di matrice hard rock (più Purple che Zeppelin). Nello stesso brano a metà traccia troviamo prima atmosfere grunge (Nirvana in primis) e poi addirittura un secondo riff che sembra un omaggio agli Stones di I can’t get no in chiave post rock, con una maestosa batteria in evidenza per potenza e precisione.

A chiudere, Purple Monster un pezzo dal sapore più “bad” e orientato al metal classico 80/90, Metallica - tanto per fare un nome - che potrebbe essere riduttivo ma sicuramente evocativo.

Molti i richiami di questo lavoro dei Finest Black che - almeno per ciò che ascolto nelle 4 tracce - sembrano quasi esibirsi in un prontuario di Hard/Metal/Grunge/Stoner Rock cioè di buona parte di ciò che è successo al rock più duro negli ultimi 40 anni.

Ineccepibili dal punto di vista compositivo e da quello esecutivo, fedeli alla tradizione forse anche troppo… si soffre forse un poco la mancanza di qualcosa di sorprendente (cosa peraltro ormai molto difficile per chiunque nel genere), di qualche elemento che spiazzi e faccia un po’ sognare, perfino, forse, di qualche bizzarria magari timbrica o melodica che allontani fantasmi e cliché sempre in agguato.

Comunque un esordio che fa ben sperare, nel senso che stoffa ce n’è di sicuro e molta, ora bisogna che il “sarto” ci sorprenda con una foggia davvero originale pur non tradendo il più rigoroso Finest Black!

 Web: www.myspace.com/finestblack

  


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